Luca Catellani | Art & Photography

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.About.

 
Me&MyWork:

Mi si chiede di spiegare il mio lavoro.. E' molto raro che io ne parli, che spieghi il lato concettuale delle mie immagini. Credo che in fondo non ci sia nulla da spiegare, è tutto lì, lo vedete. E' semplicemente da vivere. E' un'emozione, nasce in me e si nutre di me, finché non esce per incontrare altre persone. Sono basilarmente egocentrico, tendo ad esternare in maniera visuale ciò che mi affascina, i tarli che girano nella mia testa..
Ma l'egocentrismo non implica l'essere egoista, per me l'Amore è libertà e condivisione, nessuna proprietà, nessuna gelosia, nessun giudizio.. per me Amare significa donare qualcosa di sè stessi, senza nessuna pretesa di ricevere qualcosa in cambio..
Credete che questo ragionamento non abbia nulla a che vedere con le immagini che produco? Beh, allora non vi sforzerete mai per capirla e certamente non avremo mai nulla da dirci, e a me sta bene.
Sì insomma, l'emozione alla fine è soggettiva e io decido di aprire la mia a voi, o meglio, decido di aprire per voi una porta attraverso la quale possa entrare la mia e di conseguenza uscire la vostra. Questa è libertà, non è nelle mie intenzioni condizionarvi ma soltanto indicare, il resto spetta a voi, alla vostra mente, se vorrete. E solo allora sarà possibile dialogare, perché solo allora ci sarà una vera condivisione, quando tra le nostre emozioni, uguali o diverse che siano, si creerà un contatto.
Se proprio sentite il bisogno di trovare uno scopo, questo è: esprimere ma senza spiegare, semmai con la curiosità delle reazioni suscitate in voi ma senza crearmi delle aspettative sulle vostre reazioni.. (aspettativa, esiste parola più deprimente?)
D'altronde se lo facessi soffocherei a priori quello che potrebbe nascere in voi, e voi siete così sicuri di volerlo? Le mie immagini sono provocatorie e ambigue? Io preferisco dire che offrono spunti di riflessione più ampi. Ma se per stimolarvi o riflettere avete bisogno di immagini più nitide che rappresentino il bello e il brutto in maniera realistica (su questo concetto ce ne sarebbe da dire, ma sia mai che rubi il lavoro agli studiosi di estetica), beh vi consiglio di rivolgere il vostro sguardo altrove.
L'imperfezione tecnica è dovuta ai miei gusti personali; come ho già detto altre volte adoro le immagini sotto o sovraesposte, il flash sul soggetto e quant'altro sia strumento atto a far risaltare l'emotività che voglio sia trasmessa, se fosse perfetta ne perderebbe.
Ho fino ad ora volutamente evitato di utilizzare i termini "fotografia" ed "arte". La fotografia è, o almeno dovrebbe essere, una rappresentazione, una descrizione fedele e precisa della realtà. Io ritraggo stati d'animo, emozioni, tensioni interiori.. si può definire questo "fotografia"? Di contro l'arte, che dovrebbe essere più adatta a descrivere l'interiorità, è stata, direi da sempre, rinchiusa negli schemi estetici e concettuali di chi, più o meno meritatamente, si è trovato nelle condizioni di poterne delineare i canoni.. io cerco di non avere nè schemi, nè regole, nè canoni. Non mi interessa soddisfare i gusti altrui o avere riconoscimenti ufficiali. Quindi, anche se spesso uso questi termini, non so se effettivamente troverete "arte" e "fotografia" tra i miei lavori..
Sono affascinato da ciò che gli psicologi definiscono "tensioni interiori", da ciò che da dentro fatica ad esternarsi, dalle pulsioni ataviche di Eros e Thanatos.. e questo spesso influenza i miei lavori. Se ciò che faccio non vi piace nessuno vi obbliga a restare, in caso contario..
Benvenuti!  
 

 
Critiques:

Per poter raccontare il lavoro di Luca Catellani c’è bisogno di più di una semplice visione d’insieme delle sue immagini. Si tratta di raffigurazioni che possono non incontrare il gusto comune, e di questo è consapevole lo stesso artista, che invita a non soffermarsi sulla prima impressione, ma andare in profondità, scorgere quello che si cela dietro, ciò da cui sono scaturite le sue visioni, esplorando emozioni non necessariamente positive ma, più di ogni altra cosa, reali.
Siamo di fronte a scatti fotografici che implicano il porsi delle domande: a cosa l’artista si è ispirato? Perché ha voluto rappresentare quel tema? Perché in quel modo? Cosa vuole trasmettere? Sono domande a cui l’autore non dà palesi risposte, giacché è nell’immaginario di ognuno che risiede la spiegazione, e la bellezza, delle sue opere.
Alcune fotografie rappresentano temi molti potenti, egli stesso si definisce affascinato dalle tensioni interiori, dai moti dell’anima e questo sfocia nella rappresentazione e fascinazione per temi come l’eros o la morte. Teschi, alberi solitari nel buio della notte, animali, figure evanescenti come fantasmi, realizzati con un imprescindibile bianco e nero, che rende perfettamente l’oscurità delle tenebre e pone in evidenza il soggetto attraverso la luce bianca, abbagliante, del flash. Sono fotografie dure, reali, in cui a fare da protagonista è l’inquietudine, la sofferenza, che può essere mentale in opere come “Damnatio-memorie” o “Goethia”, oppure un vero e proprio dolore fisico, come nella rappresentazione di Cristo, grondante del sangue dovuto alla corona di spine, nella fotografia intitolata “ Your passion”.
Da poetiche così potenti, Luca Catellani passa a temi diametralmente opposti in cui protagonista è una ballerina, con tutta la leggiadria delle sue pose, con il bianco candido del tutù, immersa in paesaggi che sono veri e propri coprotagonisti della scena. Il bianco e nero è sempre la tecnica necessaria e coerente che l’artista utilizza, ma in questo caso ha perso la narrazione drammatica, per aprirsi ad una luminosità maggiore, che caratterizza spazi aperti, scelti come set fotografico.
La stessa ballerina la troviamo anche rappresentata in un interno fortemente caratteristico, in cui la conformazione architettonica, le strutture murarie, gli elementi “d’arredo” giocano un ruolo principale. Le sole colonne di un luogo spoglio, abbandonato, murales e scritte che colmano muri troppi bianchi, una macchina dimenticata, tutto gioca a rendere fortemente espressive queste fotografie, che evidenziano una grande fascinazione visiva.
Di particolare interesse risultano essere le opere della serie “Beautiful people” in cui l’unicità della narrazione poetica scaturisce dalle tecniche utilizzate. Immagini sotto o sovraesposte, sfocature che intrigano l’osservazione, invitandoci a ricercare elementi nascosti, a guardare con maggiore cura, in un gioco di successivi di-svelamenti con cui l’artista cattura lo spettatore.
Il lavoro di Luca Catellani non è fatto per essere colto immediatamente, non si presta ad uno sguardo fugace, siamo sempre di fronte ad un lavoro esplorativo, di indagine, ricerca, analisi, di atmosfere e sentimenti, sempre, per ogni singolo scatto, per ogni unico scatto.

Silvia Cicio